Se avete già letto l’articolo Minorca in primavera avrete intuito certamente l’importanza che hanno i fari durante i nostri viaggi. Prima o poi pubblicherò un articolo dedicato a tutti i fari che, affacciati sui mari e oceani di tutto il mondo abbiamo avuto la fortuna di ammirare.
Durante la nostra settimana minorchina, tra un’escursione costiera e una visita alle città più importanti abbiamo visitato quattro dei sette fari dell’isola.
Nonostante siano chiusi al pubblico è possibile raggiungerli a piedi (attenzione in alta stagione potrebbe essere difficile lasciare l’auto nei parcheggi più vicini) e il paesaggio che li circonda, ognuno diverso dall’altro è protagonista insieme al faro stesso.
Cap d’Artrutx
Il primo faro che abbiamo visitato è stato il faro del Cap d’Artrutx sulla costa sud-occidentale dell’isola, facilissimo da raggiungere e a mio parere meno suggestivo degli altri, soprattutto se lo si visita di giorno. Ma la sera, quando il sole si tuffa lentamente nel mare e il paesaggio è inondato dalla luce calda del tramonto è tutto un altro spettacolo. Da qui infatti si possono ammirare i tramonti più belli dell’isola. Fate attenzione però a scegliere la roccia giusta su cui sedervi per godervi lo spettacolo, alcune possono essere taglienti.
Punta Nati
Per raggiungere questo faro sulla punta nord-occidentale di Minorca percorrerete una suggestiva strada di campagna, circondata dai famosi muretti a secco, patrimonio dell’Unesco dal 2018.
Lasciata l’auto nel parcheggio abbiamo camminato per circa un chilometro su una strada asfaltata. Le temperature ancora miti di fine aprile hanno reso la passeggiata piacevole anche alla nostra bambina, che si è goduta il paesaggio comodamente seduta nel suo passeggino. Giunti al cancello del faro, che è chiuso al pubblico, abbiamo scavalcato un piccolo muretto e così attraverso un passaggio non troppo impegnativo siamo riusciti a entrare per ammirare il faro e la suggestiva costa frastagliata su cui si affaccia.
Qui troverete anche alcune costruzioni risalenti alla Guerra civile spagnola, ottimo rifugio dal vento che sferza il paesaggio e per qualcuno comode postazioni per ammirare il tramonto.
Faro di Cavalleria
Dopo aver visitato la graziosa località di Fornells abbiamo raggiunto con l’auto il più antico faro di Minorca: il Faro di Cavalleria.
Il faro si trova su un promontorio nella punta più a nord di Minorca. Il mare che ogni notte dal 1857 illumina con la sua lente è di un blu così intenso che si sposa pefettamente con l’azzurro limpido del cielo e il bianco delle pareti.
Qui oltre ad ammirare lo splendido mare su cui si affaccia potrete visitare anche il Museo dedicato.
Favàritx
All´’interno del Parco Naturale de s’Albufera des Grau si trova uno dei fari più suggestivi di Minorca e di quelli che finora ho avuto la fortuna di visitare, e credetemi sono tanti.
Rispetto agli altri appena descritti è forse quello più difficile da raggiungere, soprattutto in alta stagione, perchè i luoghi in cui è possibile parcheggiare sono scarsi trattandosi di una Riserva naturale. Noi, che viaggiavamo con una bambina piccola, vista la conformazione del terreno che lo circonda abbiamo preferito avvicinarci con l’auto. Il faro infatti si erge su una scogliera avvolta in un paesaggio quasi lunare, ricoperta di rocce nere che, anche con il clima mite di fine aprile sprigionano calore e rendono il luogo ancora piú impressionante. Sotto al faro poi è possibile raggiungere delle meravigliose insenature dove potersi rinfrescare e godersi il silenzio del luogo.
Viaggiatrice nel DNA, al momento è CEO della pazienza e Project Manager della famiglia; non smette mai di inseguire i propri sogni e di realizzare le proprie idee: questo blog è una di quelle, e lei ne è la mente, il braccio e ovviamente il cuore.
La scelta di visitare Minorca in primavera, devo essere sincera è stata ispirata da una coppia di amici che, con il loro bambino di 6 mesi erano tornati entusiasti dalla loro esperienza minorchina.
Minorca è una delle isolepiù piccole e salvagge delle Baleari, Riserva Mondiale della Biosfera e meta prediletta degli escursionisti, grazie ai suoi numerosi sentieri naturalistici ma sopratutto per il Camino de Cavalls , un antico pecorso lungo 186 chilometri che circonda l’isola.
In primavera Minorca è meno affollata, meno cara e il clima mite consente di affrontare questi sentieri, altrimenti impraticabili sotto il sole estivo, soprattutto con bambini piccoli.
Noi abbiamo trascorso una settimana esplorando la costa selvaggia, raggiungendo le bellissime insenature a piedi. Durante queste escursioni abbiamo utilizzato il marsupio per trasportare la nostra bambina, che allora aveva 15 mesi. Nelle città storiche come Ciutadella e Mahón abbiamo invece potuto usare il nostro fedele passeggino.
Le meravigliose spiagge del sud-ovest: da Cala en Turqueta a Cala Macarella
Dopo il lungo inverno appena lasciato alle spalle avevamo proprio bisogno di primavera e così abbiamo deciso di trascorrere il nostro primo giorno sull’isola esplorando la costa. Una passeggiata lungo sentieri immersi nel verde della macchia mediterranea è proprio quello che ci voleva per iniziare la nostra vacanza.
La prima tappa è Cala en Turqueta. Dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio della spiaggia e aver fatto uno spuntino in copagnia di simpatiche, anche se un po’ invadenti caprette, ci siamo incamminati verso una delle cale più belle dell’isola.
Nonostante il cielo coperto e le temperature non ancora estive (circa 20°), la spiaggia a fine aprile era già animata e qualcuno, più coraggioso di noi si è persino fatto il bagno, attirato dal colore e il profumo del mare.
Noi, dopo aver giocato un po’ sulla spiaggia e regalato egagropili (polpette di mare) e sorrisi a tutti i bagnanti ci siamo rimessi in marcia. Abbiamo preso il sentiero che parte dal lato sinistro di Cala en Turqueta e segue la costa fino alla nostra seconda tappa: Cala Macarelleta.
Dopo un’altra piacevole sosta in questa meravigliosa insenatura e un bagno ahimè solo ai piedini abbiamo proseguito per Cala Macarella. Il sentiero è abbastanza comodo, anche se, per via dei numerosi gradini è impossibile usare un passeggino. Noi abbiamo optato per il marsupio.
Cala Macarella è una splendida baia con un’ acqua così limpida e turchese che le diverse barche lì ormeggiate sembrano piuttosto sospese nell’aria. Quì c’è anche un punto di ristoro e per questo la spiaggia è più frequentata, già in primavera.
Da Cala Macarella infine abbiamo deciso di tornare al punto di partenza percorrendo un tratto del famoso Camí de Cavalls.
Il sentiero, più interno rispetto a quello costiero è molto suggestivo. Grazie alla nostra andatura, più lenta rispetto a quella dei preparatissimi escursionisti che abbiamo incontrato abbiamo assaporato ogni angolo del nostro cammino e raggiunto la nostra auto soddisfatti per la bella giornata appena trascorsa.
Da Cala Mitjana a Cala Trebaluger
Un altro bellissimo sentiero che consiglio vivamente, sia per il percorso in sé sia per la meta alla quale conduce è quello che va da Cala Mitjana fino alla splendida e selvaggia Cala Trebaluger. Quest’ultima è una delle spiagge meno frequentate dell’isola proprio perché non facilissima da raggiungere. Il sentiero in alcuni tratti può essere impegnativo ma noi, che non siamo escursionisti esperti e con una bambina nel marsupio ce l’abbiamo fatta … e il paesaggio credetemi ripaga la fatica.
Ciutadella e Mahón: con il passeggino tra i vicoli delle città storicheminorchine
Oltre alle escursioni naturalistiche, costiere e non, consiglio vivamente di visitare almeno le due città più importanti di Minorca: Ciutadella e Mahòn. Cercate di inserirle tra le tappe delle vostre escursioni a est o ovest dell’isola in quanto si trovano proprio sui lati opposti e sarebbe scomodo visitarle in una sola giornata.
Noi abbiamo soggiornato, durante la nostra vacanza, sulla costa occidentale, pertanto Ciutadella è stata la nostra prima tappa, mentre a Mahòn abbiamo dedicato l’ultima giornata, prima di prendere il nostro volo di rientro dall’aeroporto lì vicino.
Trattandosi di un articolo dedicato alle escursioni ho deciso di non elencare quì tutti i luoghi interessanti che potreste visitare nella vecchia e nuova capitale di Minorca, ma vi regalo qualche foto per darvi un’idea di ciò che vi attende. Per una descrizione dettagliata delle città, della loro importanza storica e culturale vi consiglio di visitare le pagine dei siti ufficiali e di molti altri dedicati all’argomento.
Es Mercadal e Ferreries: tappe golose …. e non solo.
Tra Mahò a est e Ciutadella a ovest non c’è solo un’isola da attraversare ma anche molte cose da visitare e soprattutto assaggiare. Si avete capito bene, perchè Minorca oltre a offrirvi bellissimi sentieri da percorrere e paesaggi mozzafiato da ammirare saprà anche appagare la vostra golosità. Oltre ai deliziosi formaggi, salumi, alla famosa Caldereta de Langosta, quì i grandi protagonisti sono i dolci. In queste due graziose cittadine troverete alcune delle pasticcerie storiche dell’isola dove potrete sedervi per una degustazione di Ensaimadas , Carquinyols, Bunyols e molti altri. Noi abbiamo assaggiato quelli della storica pasticceria Cas Sucrer a es Mercadal e della Pasticceria artigiana di Lluís Febrer a Ferreries.
Nella zona industriale di Ferreries ci sono anche le fabbriche delle Menorquinas, le calzature tipiche di Minorca. Se volete comprare un Souvenir o semplicemente farvi un regalo vi consiglio una sosta alla fabbrica Ria dove la scelta è ampia e i prezzi ottimi.
Lithica e S’Albufera des Grau: alla scoperta dei Parchi di Minorca
Ogni volta che inizio a progettare un nuovo viaggio, le prime cose che cerco sulla cartina virtuale sono i Parchi, nazionali e non, e se la nostra destinazione è un’isola o per caso si trova vicino alla costa la mia attenzione è rivolta soprattutto ai fari, ma di questi vi parlerò in un articolo a loro dedicato.
A Minorca ci sono due Parchi molto interessanti da visitare, uno di questi è il Parco Naturale de S’Albufera des Grau a nord dell’isola che potrete visitare partendo dal Centro Visitatori Centro Rodriguez Femenías oppure dalla vicina località Es Grau. Dal primo partono due sentieri molto suggestivi che però ci hanno sconsigliato di percorrere con il passeggino, il mezzo che avevamo scelto di utilizzare per questa escursione. Coì abbiamo lasciato l’auto nell’ampio parcheggio alle porte del paesino e iniziato la nostra escursione dall’ingresso del Parco poco distante.
Le passerelle in legno hanno facilitato l’impresa ma in alcuni punti abbiamo dovuto abbandonare le quattro ruote e proseguire a piedi. Solo così siamo riusciti a salire fino al Mirador per ammirare la bellezza del parco e a raggiungere la spiaggia di Es Grau.
Il paesino è piccolo ma l’atmosfera e il profumo del mare ci hanno convinti a ritornare, magari in un’altra stagione per fare un bel bagno in quest’acqua meravigliosa.
L’altro parco che vi consiglio di visitare è quello di Lithica. Poco distante da Ciutadella si trova una delle antiche Cave dell’isola cheoggi possiamo visitare e ammirare grazie all’Associazione Lithica e al suo impegno per rendere il luogo accessibile e farne uno spazio espositivo.
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Quante pagine avete già letto su New York, Manhattan, la Grande Mela o come preferite chiamarla. Sul Web, e non solo, ci sono migliaia, anzi credo milioni di pagine che forniscono suggerimenti su come, quando, cosa e perchè visitare la metropoli per eccellenza. Altrettante pagine sono state scritte per fornire informazioni utili su come cavarsela in questa grande città a chi si muove con prole al seguito. E allora perchè dovrei leggerne un’altra vi chiederete voi? Perchè se invece della solita lista con le attrazioni da spuntare e musei da visitare preferite, come noi, perdervi nelle città e lasciarvi sorprendere da ciò che accade dietro il prossimo angolo, e se siete dei camminatori instancabili , anche con un passeggino da spingere, allora questa pagina potrà darvi qualche suggerimento per godervi New York senza fretta, anche in 3 giorni.
Dormire nel cuore di Manhattan: la scelta giusta per girare a piedi con un bambino
Il nostro Weekend a New York ha coinciso con i festeggiamenti per il Columbus Day, che cade ogni anno il secondo lunedì di ottobre. In questo periodo i prezzi sono molto alti e la disponibilità scarsa. Non smetterò mai di ripetere : chi prima prenota, meglio alloggia! Se avete la possibilità di prenotare anche 1 anno prima fatelo, magari con l’ozione di cancellazione gratuita, a cambiare idea si fa sempre in tempo. Per chi ha letto “New England in Camper” sa che eravamo ancora in piena fase di svezzamento perciò abbiamo scelto un appartamento, per essere autonomi e poter preparare le pappe come e quando volevamo. A causa però del sovraffollamento di New York in quei giorni abbiamo dovuto accontentarci di un semplice microonde e un bollitore invece di una vera cucina. Questi inconvenienti sono stati tutti facilmente superati quando, usciti dal “Radio City Apartments” e girato l’angolo ci siamo ritrovati nel surreale e sempre coinvolgente caos di Times Square che con le sue luci e suoni ha dato il benvenuto alla nostra piccola compagna di viaggio e il bentornati a noi. In tre giorni abbiamo esplorato diversi quartieri, principalmente a piedi, a volte usando il passeggino, altre il marsupio. Abbiamo seguito degli itinerari senza esserne però vincolati e ci siamo lasciati trasportare dal ritmo di questa meravigliosa città.
New York senza itinerari: come godersi la City in pieno relax
Voglio innanzitutto precisare che eravamo già stati a New York e perciò, la smania di visitare quanti più musei e attrazioni possibili aveva lasciato il posto alla curiosità per quei luoghi meno turistici, i quartieri, le performances di strada e i negozi più strani che solo qui puoi trovare. Alloggiando tra la 7th e la 49th ovest abbiamo deciso di trascorrere il primo pomeriggio tra Times Square e il Rockfeller Center dove prima abbiamo assistito a un coinvolgente spettacolo Hip Hop su strada e poi ci siamo imbattuti in un gruppo di spaventosi zombies, risvegliatisi dal loro riposo eterno per promuovere l’uscita della nuova serie “The walking dead”. Proprio quello che cercavamo! Spettacoli gratuiti e performances dietro l’angolo … questa è New York! Ancora eccitati ma stanchi per il lungo viaggio che ci ha condotto fin quì abbiamo concluso la nostra prima giornata facendo due passi sulla 5th Av. fino al Bryant Park dove, in un fornitissimo Whole Food Marketsabbiamo acquistato prodotti biologici per la nostra Mimmi e delle squisite leccornie per noi.
New York con bambini, bus o metropolitana? Attenzione alla fermata giusta
Vi confesso che siamo sempre stati due tipi mattinieri ma da quando siamo in tre, e voi genitori lo sapete bene (a meno che non siate bugiardi o fortunatissimi), le nostre giornate iniziano anche prima. Così ci incamminiamo di buon’ora verso il World Trade Center. Decidiamo questa volta di prendere un bus per goderci la città in superficie. Pessima scelta! Abbiamo impiegato più di un’ora per percorrere circa 8km e così al ritorno abbiamo optato per la metropolitana, che oltre a essere più veloce si trasforma spesso in un palcoscenico per esibizioni più o meno improvvisate. Dopo poche fermate, accompagnati dalle note soul di un attempato gruppo di afroamericani scendiamo alla 23rd St.Station per scattare due foto al Flatiron Building e offrire uno spuntino alla nostra piccola compagna di avventure al Madison Square Park. Una nota importante per chi gira New York con un passeggino: non tutte le uscite delle fermate della metropolitana hanno gli ascensori, quindi controllate bene prima di imboccare l’uscita sbagliata e dover tornare indietro. Gli assistenti presenti nelle varie stazioni sono spesso cordiali e disponibili, vi aiuteranno volentieri a trovare la strada giusta!
New York a prova di “pappa”: come e dove sfamare i piccoli e grandi viaggiatori
Cercherò di non essere troppo crudele con tutti quelli che ancora oggi nel ventunesimo secolo si chiedono, e purtroppo mi chiedono: ma cosa mangi quando sei all’estero? A meno che non vi troviate nel luogo più remoto della Terra, nella maggior parte dei paesi riportati sulle mappe troverete del cibo non solo commestibile ma spesso ottimo e sano. La tradizione gastronomica di un paese è un aspetto fondamentale della cultura con cui si entra in contatto durante un viaggio, perciò siate curiosi e vedrete, non ve ne pentirete! Di seguito vi propongo alcuni luoghi dove fare una pausa ristoratrice durante le vostre passeggiate:
Brodway Bites, tra la 6th e la 33th dove troverete dei fantastici stands con street food di ottima qualità, da non perdere le empanadas argentine e, se capitate nel periodo di Halloween lo squisito caffè alla zucca.
Se invece volete provare una delle specialità della costa orientale come il famosissimo Lobster Roll fate un salto al Luke’s Lobster, in città ce ne sono diversi.
Per chi viaggia con bambini durante lo svezzamento e ha a disposizione una cucina, allora consiglio di rifornirvi al Whole Food Markets, anche questo in vari punti della città. Qui troverete degli ottimi prodotti biologici da cucinare o puree di frutta e verdura altrettanto bio da proporre quando siete in giro.
Da Junior’s vicino Times Square i più golosi potranno assaggiare una delle migliori cheescake di NY.
E infine i nostalgici che non possono proprio fare a meno dei profumi di casa, al Caffè Reggio troveranno il migliore cappuccino di New York.
Una domenica newyorkese: relax al Central Park
Come ormai avrete capito il nostro obiettivo durante questa vacanza era goderci New York nel suo quotidiano e confonderci tra i suoi abitanti. E’ domenica mattina, il sole splende, cosa fanno le famiglie newyorkesi? Vanno al parco ovviamente, o meglio al Central Park. Anche in questo caso, trattandosi di uno dei parchi più grandi del mondo potete scegliere di prendere una mappa e seguire un itinerario preciso o lasciarvi trasportare dall’istinto e da ciò che vi accade intorno. Anche qui non tarderete ad imbattervi in qualche esibizione o interessanti scene di vita quotidiana, come gruppi di joggers rigorosamente in fila dietro al loro CEO o set fotografici vari.
Una domenica newyorkese 2: shopping nel Greenwich Village
Per gli amanti dello shopping: benvenuti in paradiso! Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Noi abbiamo preferito concludere la nostra vacanza in uno dei quartieri più popolari e storici della città, il Greenwich Village. Qui, dove un tempo avreste potuto incontrare per strada artisti come Bob Dylan e Jack Kerouac troverete negozi interessanti e molti articoli vintage. Per i più piccini segnalo due negozi da non perdere: Teich Toys e Bombalulu’s dove potrete acquistare una T-shirt con l’immagine del vostro artista preferito. Infine, se siete stanchi di fare acquisti, godetevi semplicemente il quartiere, passeggiate tra le vie e le sue bellissime case e vedrete, non tarderete a riconoscerne alcune famose come quella dei “Robinson”, di “Friends” o di Carrie in “Sex and the city”.
Viaggiatrice nel DNA, al momento è CEO della pazienza e Project Manager della famiglia; non smette mai di inseguire i propri sogni e di realizzare le proprie idee: questo blog è una di quelle, e lei ne è la mente, il braccio e ovviamente il cuore.
So già che la maggior parte di voi sta leggendo questo titolo con gli occhi socchiusi, con l’espressione tipica di chi sta pensando: ma di cosa si tratterà? Poi ci siete voi, che invece state già sorridendo perchè sapete bene o almeno immaginate cosa sto per raccontarvi. Bene, non voglio farla troppo lunga e tenervi sulle spine quindi vado dritta al sodo. Stars Hollow è una piccola cittadina del Connecticut con una piazza alberata, un bellissimo gazebo e negozi gestiti dai suoi abitanti, generazione dopo generazione. Uno di questi è la locanda di Luke, un tipo burbero ma di gran cuore, che ogni giorno sveglia la città con il suo incomparabile caffè. I suoi clienti abituali sono i cittadini di Stars Hollow, tipi un po’ strambi ma simpatici. E poi ci sono loro, le protagoniste indiscusse: le ragazze Gilmore, Lorelay e Rory,una mamma e una figlia logorroiche, con una travolgente personalità e due, anzi quattro magnifici occhi blu.
Protagoniste? Si avete letto bene. Stars Hollow infatti è il nome di fantasia della cittadina in cui è ambientata la serie TV “The Gilmore Girls”, tradotta in italiano (e ancora ne ignoro il motivo) con il titolo “Una mamma per amica” andata in onda in Italia dal 2000 al 2007.
Tour del Connecticut: tra villaggi bucolici e ambientazioni cinematografiche
Chi ha letto New England in campersa già che avevamo diversi motivi per visitare questa regione, ebbene uno di questi, forse il più importante era quello di riuscire a trovare quei luoghi che hanno ispirato la geniale mente di Amy Sherman Palladino e come lei trovare la nostra “Stars Hollow”. Il Tour dei villaggi che ci avrebbero riportato, almeno con l’immaginazione, tra le strade di Stars Hollow lo abbiamo lasciato di proposito alla fine del nostro viaggio, la “ciliegina sulla torta” di una vacanza già memorabile. Non mi dilungo oltre e non sto a spiegarvi quì le ragioni per cui ho amato tanto questa serie TV (forse un giorno, in un altro post) e vi regalo una lista delle città del Connecticut che vi consiglio di visitare sia che siate fan delle Gilmore o semplicemente appassionati di quei villaggi in cui le staccionate delle case sono sempre bianche, le strade fiorite e gli abitanti cordiali, insomma quei luoghi da cartolina così perfetti che vorreste metterli in valigia e portarli via con voi.
Litchfield: nel cuore delle Litchfield Hills
Litchfiled si trova a circa 50 km ovest da Hartford e 40 ad est da Kent dove gli appassionati escursionisti troveranno uno degli accessi per il Sentiero degli Appalachi. Tra le bellissime case che incorniciano il Litchfield Green (la piazza centrale) e i suoi raffinati ristoranti come l’Arethusa al tavolo, non è raro incontrare qualche celebrità che viene a godersi il ritmo rilassato delle Litchfield Hills sfuggendo al caos metropolitano di New York. Per chi ha più tempo consiglio di visitare il Little Pond Bordwalk Trail, un sentiero di legno rialzato che attraversa per circa 2 km il Bantam River oppure di passeggiare semplicemente per il paese, curiosare in qualche negozio, magari di antichità e mangiare un Hamburger al @the Corner, una graziosa locanda che si affaccia sulla piazza, proprio all’angolo come quella di Luke!
Washington: Relax e Viver sano
Washington si trova cira 20 km a sud di Litchfield, qui la parola d’ordine è “Relax”. Dalle Spa ai centri di meditazione ma anche tante attività per le famiglie, insomma ce n’è per tutti! Per maggiori informazioni su come impiegare il vostro tempo in questa splendida cittadina vi rimando al sito ufficiale. Trattandosi del “Gilmore Tour”, una tappa a Washington era obbligatoria, pare che fu proprio durante un soggiorno presso il Mayflower Inn che Amy Shermann Palladino ebbe l’ispirazione per produrre la serie.
Questo splendido Resort è immerso nel verde e pertanto non potrete ammirarlo dalla strada, quindi, a meno che non vogliate mettere mano al portafoglio per trascorrere con la vostra famiglia una costosa notte in questo hotel , consiglio almeno di regalarvi una gustosa colazione nel ristorante annesso, dove almeno verrete ricompensati con squisiti prodotti locali e un magnifico panorama, provare per credere!
Woodbury: a spasso nel tempo tra i negozi di antichità
Visitare il New England significa scoprire la vera storia americana e i luoghi più famosi nei quali, battaglia dopo battaglia sono nati gli Stati Uniti d’America. Ora, aprite la vostra mente, accantonate il vostro orgoglio nazionale per un momento e lasciatevi conquistare da quel lato storico del “Nuovo Mondo” che saprà affascinarvi con il suo stile a stelle e strisce. Oltre ai monumenti e i luoghi più importanti per la storia americana vi consiglio di curiosare nei negozi di antichità.
Il New England è la patria di questo genere di attività e Woodbury, se non la capitale è senz’altro uno dei centri maggiori. Cimeli risalenti alla guerra d’indipendenza, oggetti vintage dei magnifici anni ’50, giocattoli d’epoca per i più piccoli e curiosità di ogni tipo. Avrete l’opportunità di scoprire un altro lato d’America, di entrare almeno con l’immaginazione nella casa dello zio Sam. Noi eravamo ovviamente alla ricerca del negozio della “Signora Kim”.
E’ difficile dire quale delle cittadine che abbiamo visitato durante il “Gilmore Tour” sia quella che più si avvicina all’immaginaria Stars Hollow. In ognuna abbiamo trovato un luogo, una casa, un locale che ci ha ricordato la nostra serie TV preferita. Chi conosce bene il telefilm sa però che il lato più affascinante di questa serie, l’anima pulsante di Stars Hollow è la sua comunità, abitanti alquanto bizzarri ma che ognuno di noi vorrebbe avere come vicini di casa. Qui a New Milford abbiamo trovato il luogo simbolo di Stars Hollow, forse il più amato dalla comunità che stagione dopo stagione, anno dopo anno si riunisce proprio qui per celebrare le numerose ricorrenze e manifestazioni che rendono questa città ancora più speciale. Sto parlando del suo gazebo. Bianco, candido sul verde della piazza centrale, circondato da bellissimi alberi che durante la stagione del foliage rendono l’atmosfera ancora più accogliente. Purtroppo il tempo che avevamo a disposizione non ci ha permesso di conoscere tutta la comunità, ma il breve e piacevole incontro con la signora del Tasty Waves Frozen Yogurt Cafè ci ha lasciato sicuramente un bel ricordo.
Viaggiatrice nel DNA, al momento è CEO della pazienza e Project Manager della famiglia; non smette mai di inseguire i propri sogni e di realizzare le proprie idee: questo blog è una di quelle, e lei ne è la mente, il braccio e ovviamente il cuore.
L’Indian Summer, l’oceano, le aragoste del Maine, i ponti coperti e non so quanti altri motivi avevamo per visitare il New England. Connecticut, Rhode Island, Massachussets, Maine, New Hampshire e Vermont, i sei stati a nord est degli Stati Uniti costituiscono la culla della storia americana e offrono una varietà incredibile di paesaggi, luoghi storici, eventi culturali e cibi prelibati. Questa meta è rimasta in un cassetto ad aspettare che arrivasse il momento giusto per essere approfondita, progettata e finalmente scoperta. Il momento è arrivato con la nascita di nostra figlia. Sapevamo che il nostro primo viaggio insieme sarebbe stata “un’avventura on the road”, anche se meno impegnativo rispetto ai nostri soliti itinerari, e la meta era lì, pronta ad aspettarci. Il luogo era chiaro, ma come fare con una bambina di appena sette mesi e in piena fase di svezzamento?
Devo ammettere che la lampadina si è accesa al papà che mi ha convinta subito con la sua proposta: noleggiamo un camper! Con questa soluzione non solo abbiamo spuntato due importanti voci dalla lista delle cose da fare (dove dormire, mezzo da noleggiare) ma ci siamo sentiti subito più sereni riguardo ai bisogni primari di Mimmi (pappa, pannolino).
Viaggio on the road con bebè: conta il gioco di squadra
Iniziamo con l’essere onesti, i viaggi con i bambini piccoli necessitano di qualche accorgimento in più, soprattutto in fase di organizzazione e molta, molta pazienza. Un viaggio itinerante non è proprio come una vacanza all inclusive, se il neonato ha deciso di trasformarsi in un animaletto notturno e di accorciare le tue preziose ore di sonno, l’indomani non ci sarà un bel lettino sulla spiaggia ad attenderti ma magari la tappa più lunga del tuo viaggio e quindi tanti chilometri da percorrere. A questo punto entra in gioco il lavoro di squadra: mamma sveglia con bimbo e papà-autista riposa (o viceversa). Insomma, un viaggio con un bambino può cambiare i tuoi ritmi, la tua autonomia e a volte la percezione del luogo che si visita, ma se viaggiare non è solo una passione, è qualcosa di più, che fa parte di te, del tuo DNA, niente può frenare questo impulso e farlo con un figlio rende l’esperienza ancora più intensa e il ricordo più importante.
Dormire nei parchi statali: il giusto compromesso fra Walmart e Camping Resorts.
Una volta scelto il camper e studiato l’itinerario da percorrere abbiamo prenotato i campeggi, quasi tutti nei parchi statali, ottimi per la posizione e il prezzo. Le aree sosta per camper all’interno dei parchi statali sono piuttosto spartane ma quasi tutte offrono allaccio all’acqua e corrente, tavolo di legno con panche, zona attrezzata per accendere un falò e bagni con docce (a volte puliti!). Noi in realtà abbiamo usato queste attrezzature solo un paio di volte e la doccia una. Viaggiare con un camper americano il 90% delle volte significa spostarsi con una mini-casa mobile che offre un gran numero di comodità come: camera da letto, bagno con doccia, cucina attrezzata, frigorifero, forno, microonde, TV, zona salotto e chi più ne ha più ne metta.
La nostra “Diane” (così abbiamo battezzato la nostra casa viaggiante) era lunga 10 metri e alta 3 e quando la sera aprivamo gli Slide-out la superficie gattonabile per la nostra Mimmi aumentava ancora di più e lei era libera di scorrazzare in giro mentre noi preparavamo comodamente la sua e la nostra pappa.
On the road: camperisti si diventa
Come vi dicevo, all’inizio non è facile guidare un camper di tali dimensioni, soprattutto se è la prima volta che ci si trova al volante di un mezzo così grande. Le strade per fortuna negli USA sono ampie ma a volte non abbastanza per tutti i tipi di mezzi. Se seguite la Guida Galattica per Camperisti, sicuramente eviterete di dover uscire da una Parkway per non rischiare di scoperchiare il vostro mezzo di trasporto sotto un ponte troppo basso, di essere scortati dal NYPD (Polizia di New York) perché avete imboccato l’uscita riservata alle automobili invece di quella dei bus, oppure di bloccare il traffico di una tranquilla cittadina per cercare parcheggio.
Detto questo vi starete chiedendo: è stata veramente una buona scelta quella del camper?
Decisamente sì! Forse avendo avuto la possibilità ne avremmo scelto uno più piccolo ma purtroppo essendo il periodo di alta stagione Diane era la nostra ultima chance. Con il camper non ci siamo mai preoccupati di dove far mangiare Mimmi, dove scaldare la pappa, cambiare il pannolino o farla giocare ogni tanto fuori dal seggiolino.
I vantaggi di viaggiare in camper
Siamo stati a contatto con la natura, e siamo rimasti sorpresi soprattutto da quella antropica, che si è rivelata la migliore e più cordiale che abbiamo mai incontrato durante i nostri viaggi.
Tutti, e sottolineo tutti gli americani che abbiamo incontrato (e non solo nei campeggi), ci hanno aiutato, sorriso, raccontato le loro storie e soprattutto hanno riempito di complimenti la nostra piccola, che una volta tornata a casa regalava un sorriso a tutte le persone che incontrava. Il clima non è mai stato un problema perché anche durante le giornate di pioggia avevamo la nostra accogliente casetta a riscaldarci e Mimmi poteva fare il suo riposino mentre noi ammiravamo l’oceano, i laghi, le montagne e molto altro seduti comodamente al tavolo del nostro “salotto viaggiante”.
Un altro punto a favore del camper è la possibilità di cucinare i prodotti locali, che nel New England sono tanti e tutti ottimi, a partire dalle aragoste, i mirtilli, lo sciroppo d’acero, i formaggi locali e molto altro e risparmiare così sulla voce “pasti”.
Nel Maine abbiamo scoperto il supermercato Hanna Ford che vende prodotti di ottima qualità e durante il nostro itinerario è diventato un punto di riferimento quando era il momento di fare la spesa. Se capitate lì, non perdete l’occasione di acquistare un’aragosta intera a soli 7 $, e se vi preoccupa la cottura non c’è problema, il commesso la cuoce per voi, gratis!
New England: itinerario di viaggio
Il nostro viaggio on the road New England- New York è durato in tutto 21 giorni (16 settembre-9 ottobre 2018), di cui 18 trascorsi a bordo del nostro camper e gli ultimi tre a NYC.
Breve parentesi: abbiamo scelto di partire da New York perché volevamo fermarci qualche giorno nella Grande Mela prima del rientro. Tornando indietro non rifarei questa scelta. New York merita un viaggio a sé, così come il New England. Questa scelta ci è costata una settimana in più di viaggio, tra uscire e rientrare nella City, che avremmo preferito dedicare ad altri luoghi. Per un viaggio nel New England consiglio di scegliere come base di partenza Boston, perfetta per visitare la regione, qualsiasi sia il vostro itinerario.
Tornando a noi, siamo partiti dal New Jersey e abbiamo risalito tutta la costa fino all’Acadia National Park nel Maine.
Dopo aver salutato la costa che ci ha regalato paesaggi mozzafiato, come Newport, Salisbury e Bar Harbour, e dato la possibilità di approfondire la nostra conoscenza della storia americana a Boston, Plymouth e Salem,
abbiamo invertito la rotta e ci siamo inoltrati nelle regioni più rurali e montuose del New Hampshire, Vermont e Connecticut, alla ricerca dei famosi ponti coperti e non solo.
New England in autunno: alla ricerca dell’ “Indian Summer”
Dopo la caccia all’aragosta più buona siamo andati a caccia delle foglie più colorate.
Come ho accennato all’inizio, una delle ragioni che ci ha spinto a visitare il New England è stata sicuramente la cosiddetta “Indian Summer”, quando il fenomeno del foliage, qui più che in altre parti del mondo regala uno spettacolo cromatico unico. Avevamo scelto le date con cura per poter assistere a questo affascinante fenomeno. Purtroppo non è sempre facile indovinare il periodo del famoso “picco” in cui tutte le gradazioni di rosso, arancio e giallo sono al massimo del loro splendore. Nel 2018 il picco è arrivato più tardi del previsto, per fortuna però abbiamo potuto ammirare dei bellissimi paesaggi in alcune zone delle White Mountains nel New Hampshire e soprattutto sulle Green Mountains nel Vermont, dove la variazione cromatica delle foglie ci ha regalato degli scorci infuocati.
Abbiamo percorso più di 2500 chilometri grazie alla nostra Diane ma soprattutto alla nostra Mimmi che speriamo, nonostante la tenera età conserverà almeno dei ricordi sensoriali di questa meravigliosa esperienza. Il profumo dell’oceano sarà la sua “madeleine di Proust” e ogni volta che ne verrà inebriata abbraccerà di nuovo, se non con la mente ma con tutti i suoi sensi la sua mamma e il suo papà.
Viaggiatrice nel DNA, al momento è CEO della pazienza e Project Manager della famiglia; non smette mai di inseguire i propri sogni e di realizzare le proprie idee: questo blog è una di quelle, e lei ne è la mente, il braccio e ovviamente il cuore.