New England in Camper: un’avventura on the road

L’Indian Summer, l’oceano, le aragoste del Maine, i ponti coperti e non so quanti altri motivi avevamo per visitare il New England. Connecticut, Rhode Island,  Massachussets, Maine, New Hampshire e Vermont, i sei stati a nord est degli Stati Uniti costituiscono la culla della storia americana e offrono una varietà incredibile di paesaggi, luoghi storici, eventi culturali e cibi prelibati. Questa meta è rimasta in un cassetto ad aspettare che arrivasse il momento giusto per essere approfondita, progettata e finalmente scoperta. Il momento è arrivato con la nascita di nostra figlia. Sapevamo che il nostro primo viaggio insieme sarebbe stata “un’avventura on the road”, anche se meno impegnativo rispetto ai nostri soliti itinerari, e la meta era lì, pronta ad aspettarci. Il luogo era chiaro, ma come fare con una bambina di appena sette mesi e in piena fase di svezzamento?

Noleggiamo un camper!
Noleggiamo un camper!

Devo ammettere che la lampadina si è accesa al papà che mi ha convinta subito con la sua proposta: noleggiamo un camper! Con questa soluzione non solo abbiamo spuntato due importanti voci dalla lista delle cose da fare (dove dormire, mezzo da noleggiare) ma ci siamo sentiti subito più sereni riguardo ai bisogni primari di Mimmi (pappa, pannolino).

Viaggio on the road con bebè: conta il gioco di squadra

Iniziamo con l’essere onesti,  i viaggi con i bambini piccoli necessitano di qualche accorgimento in più, soprattutto in fase di organizzazione e molta, molta pazienza. Un viaggio itinerante non è proprio come una vacanza all inclusive, se il neonato ha deciso di trasformarsi in un animaletto notturno e di accorciare le tue preziose ore di sonno, l’indomani non ci sarà un bel lettino sulla spiaggia ad attenderti ma magari la tappa più lunga del tuo viaggio e quindi tanti chilometri da percorrere. A questo punto entra in gioco il lavoro di squadra: mamma sveglia con bimbo e papà-autista riposa (o viceversa). Insomma, un viaggio con un bambino può cambiare i tuoi ritmi, la tua autonomia e a volte la percezione del luogo che si visita, ma se viaggiare non è solo una passione, è qualcosa di più, che fa parte di te, del tuo DNA, niente può frenare questo impulso e farlo con un figlio rende l’esperienza ancora più intensa e il ricordo più importante.

Dormire nei parchi statali: il giusto compromesso fra Walmart e Camping Resorts.

Area di sosta
Area di sosta

Una volta scelto il camper e studiato l’itinerario da percorrere abbiamo prenotato i campeggi, quasi tutti nei parchi statali, ottimi per la posizione e il prezzo. Le aree sosta per camper all’interno dei parchi statali sono piuttosto spartane ma quasi tutte offrono allaccio all’acqua e corrente, tavolo di legno con panche, zona attrezzata per accendere un falò e bagni con docce (a volte puliti!). Noi in realtà abbiamo usato queste attrezzature solo un paio di volte e la doccia una. Viaggiare con un camper americano il 90% delle volte significa spostarsi con una mini-casa mobile che offre un gran numero di comodità come: camera da letto, bagno con doccia, cucina attrezzata, frigorifero, forno, microonde, TV, zona salotto e chi più ne ha più ne metta.

La nostra “Diane” (così abbiamo battezzato la nostra casa viaggiante) era lunga 10 metri e alta 3 e quando la sera aprivamo gli Slide-out la superficie gattonabile per la nostra Mimmi aumentava ancora di più e lei era libera di scorrazzare in giro mentre noi preparavamo comodamente la sua e la nostra pappa.

On the road: camperisti si diventa

Come vi dicevo, all’inizio non è facile guidare un camper di tali dimensioni, soprattutto se è la prima volta che ci si trova al volante di un mezzo così grande. Le strade per fortuna negli USA sono ampie ma a volte non abbastanza per tutti i tipi di mezzi. Se seguite la Guida Galattica per Camperisti, sicuramente eviterete di dover uscire da una Parkway per non rischiare di scoperchiare il vostro mezzo di trasporto sotto un ponte troppo basso, di essere scortati dal NYPD (Polizia di New York) perché avete imboccato l’uscita riservata alle automobili invece di quella dei bus, oppure di bloccare il traffico di una tranquilla cittadina per cercare parcheggio.

Detto questo vi starete chiedendo: è stata veramente una buona scelta quella del camper?

Decisamente sì! Forse avendo avuto la possibilità ne avremmo scelto uno più piccolo ma purtroppo essendo il periodo di alta stagione Diane era la nostra ultima chance. Con il camper non ci siamo mai preoccupati di dove far mangiare Mimmi, dove scaldare la pappa, cambiare il pannolino o farla giocare ogni tanto fuori dal seggiolino.

I vantaggi di viaggiare in camper

Siamo stati a contatto con la natura, e siamo rimasti sorpresi soprattutto da quella antropica, che si è rivelata la migliore e più cordiale che abbiamo mai incontrato durante i nostri viaggi. 

Tutti, e sottolineo tutti gli americani che abbiamo incontrato (e non solo nei campeggi), ci hanno aiutato, sorriso, raccontato le loro storie e soprattutto hanno riempito di complimenti la nostra piccola, che una volta tornata a casa regalava un sorriso a tutte le persone che incontrava. Il clima non è mai stato un problema perché anche durante le giornate di pioggia avevamo la nostra accogliente casetta a riscaldarci e Mimmi poteva fare il suo riposino mentre noi ammiravamo l’oceano, i laghi, le montagne e molto altro seduti comodamente al tavolo del nostro “salotto viaggiante”.

Area di sosta in un parco statale
Area di sosta in un parco statale

Un altro punto a favore del camper è la possibilità di cucinare i prodotti locali, che nel New England sono tanti e tutti ottimi, a partire dalle aragoste, i mirtilli, lo sciroppo d’acero, i formaggi locali e molto altro e risparmiare così sulla voce “pasti”.

Aragosta del Maine
Aragosta del Maine

Nel Maine abbiamo scoperto il supermercato Hanna Ford che vende prodotti di ottima qualità e durante il nostro itinerario è diventato un punto di riferimento quando era il momento di fare la spesa. Se capitate lì, non perdete l’occasione di acquistare un’aragosta intera a soli 7 $, e se vi preoccupa la cottura non c’è problema, il commesso la cuoce per voi, gratis!

New England: itinerario di viaggio

Il nostro viaggio on the road New England- New York è durato in tutto 21 giorni (16 settembre-9 ottobre 2018), di cui 18 trascorsi a bordo del nostro camper e gli ultimi tre a NYC.

Breve parentesi: abbiamo scelto di partire da New York perché volevamo fermarci qualche giorno nella Grande Mela prima del rientro. Tornando indietro non rifarei questa scelta. New York merita un viaggio a sé, così come il New England. Questa scelta ci è costata una settimana in più di viaggio, tra uscire e rientrare nella City, che avremmo preferito dedicare ad altri luoghi. Per un viaggio nel New England consiglio di scegliere come base di partenza Boston, perfetta per visitare la regione, qualsiasi sia il vostro itinerario.

Tornando a noi, siamo partiti dal New Jersey e abbiamo risalito tutta la costa fino all’Acadia National Park nel Maine.

Oceano New England
Oceano New England

Dopo aver salutato la costa che ci ha regalato paesaggi mozzafiato, come Newport, Salisbury e Bar Harbour, e dato la possibilità di approfondire la nostra conoscenza della storia americana a Boston, Plymouth e Salem,

Plymouth
Plymouth

abbiamo invertito la rotta e ci siamo inoltrati nelle regioni più rurali e montuose del New Hampshire, Vermont e Connecticut, alla ricerca dei famosi ponti coperti e non solo.

Ponte coperto
Ponte coperto

New England in autunno: alla ricerca dell’ “Indian Summer”

Dopo la caccia all’aragosta più buona siamo andati a caccia delle foglie più colorate. 

Foliage
Foliage

Come ho accennato all’inizio, una delle ragioni che ci ha spinto a visitare il New England è stata sicuramente la cosiddetta “Indian Summer”, quando il fenomeno del foliage, qui più che in altre parti del mondo regala uno spettacolo cromatico unico. Avevamo scelto le date con cura per poter assistere a questo affascinante fenomeno. Purtroppo non è sempre facile indovinare il periodo del famoso “picco” in cui tutte le gradazioni di rosso, arancio e giallo sono al massimo del loro splendore. Nel 2018 il picco è arrivato più tardi del previsto, per fortuna però abbiamo potuto ammirare dei bellissimi paesaggi in alcune zone delle White Mountains nel New Hampshire e soprattutto sulle Green Mountains nel Vermont, dove la variazione cromatica delle foglie ci ha regalato degli scorci infuocati.

Il nostro viaggio infine si è concluso con una terza e ultima caccia: la ricerca di “Stars Hollow”, ma per questo, come per New York, c’è un capitolo a parte….

Abbiamo percorso più di 2500 chilometri grazie alla nostra Diane ma soprattutto alla nostra Mimmi che speriamo, nonostante la tenera età conserverà almeno dei ricordi sensoriali di questa meravigliosa esperienza. Il profumo dell’oceano sarà la sua “madeleine di Proust” e ogni volta che ne verrà inebriata abbraccerà di nuovo, se non con la mente ma con tutti i suoi sensi la sua mamma e il suo papà.

Il profumo dell'oceano
Il profumo dell’oceano